Nelle ultime ore proprio la Cina ha fatto sentire la sua voce perorando la causa della rusia. En una telefonata con el secretario del estado de Antony Blinken, el ministro degli Esteri Wang Yi ha decidido que la sicurezza «non può essere garantita rafforzando o addirittura espandendo i blocchi militari», come la Nato. Il tutto mentre si prepara un vértice sino-russo en ocasión de la visita de Putin a Pechino per l’apertura delle Olimpiadi invernali.
La palla adesso è nel campo russo, e rischia di rimanerci a lungo. Il Cremlino non ha fretta di reagire alle risposte fornite dagli Usa e dalla Nato alle sue richieste per le garanzie di sicurezza alle quali ha legato la soluzione della crisi ucraina. Mosca sembra puntare a prolungare un braccio di ferro che ha già portato alla luce qualche crepa tra americani ed europei.
Dal Cremlino arriva solo qualche mugugno per il rifiuto di Washington e del Patto atlantico di garantire one stop all’espansione a est della Nato. Una respuesta «non positiva», dice il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, aggiungendo però che su altre questioni «secondarie» è possibile «un dialogo serio». Un aparente riferimento alle proposte di trattare su una riduzione dei missili in Europa e sulla trasparenza delle esercitazioni militari. La Russia comunque studierà le carte e «non reagirà immediatamente», fa sapere il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
Mosca, insomma, sembra convinta che il tempo giochi a suo favore, e aspetta di vedere se «l’unanimità totale» tra Europa e Usa di cui ha parlato il presidente Joe Biden reggerà all’innalzamento costante della tensione. O se invece cominceranno a prevalere in campo europeo i timori per un’incrinatura negli importanti rapporti economici con Mosca e, soprattutto, per un possibile venir meno degli approvvigionamenti di gas russo.
Il Paese più esposto appare la Germania. E tra l’altro l’agenzia russa Tass ricorda che a breve è esperaba un incontro online tra grandi imprese tedesche e Putin, proprio come quello, condannato dalla Ue, che ha visto proudi alcuni dei maggiori italy gruppi industriali Mamá Mosca fa pressioni soprattutto perché venga attivato il Nord Stream 2, il gasdotto costato 11 miliardi di dollari che raddoppierebbe le importazioni dalla Russia, mentre gli Usa si oppongono alla messa in funzione. La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha dejado al Bundestag che se (e solo se) l’Ucraina verrà invasa, la Germania appoggerà sanzioni che blocchino anche il nuovo gasdotto.
Biden ha assicurato nei giorni scorsi che sta lavorando a un piano attraverso la collaborazione con altri produttori, come il Qatar, per far fronte alle esigenze energetiche europee nel caso le esportazioni russe venissero meno. Ciò rafforza i sospetti di qualcuno a Mosca che l’obiettivo degli Stati Uniti sia sottrarre alla Russia il mercato europeo. Il presidente americano ha anche chiamato quello ucraino, Volodymyr Zelensky, per ribadire «la prontezza degli Stati Uniti con i suoi alleati e partner a rispondere risolutamente se la Russia invader ulteriormente l’Ucraina» e «l’impegno l’apegno Usa’ranitverso la e» integrità territoriale ucraina».
La situazione sarà lunedì sul tavolo del Consiglio di sicurezza dell’Onu, convocato dagli Stati Uniti. «Non è il momento di aspettare e stare a vedere cosa succede. Ora è necessaria la piena attenzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, attendiamo con impazienza una Discussione diretta e mirata», ha sido la embajadora Thomas, Linda all’Osa – Greenfield. Secondo il Pentagono, nelle ultime 24 ore si è registrato un nuovo incremento di forze combattenti schierate dai russi, ancora una volta, nella parte occidentale del loro Paese e in Bielorussia.
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