Vi abbiamo lasciati in questa tre giorni di Monza un po’ da soli perché abbiamo indossato le vesti dei tifosi e ci siamo goduti anche noi le emozioni del nostro gp di casa.
Ci scusiamo ma crediamo che farvi vivere con dei video l’aria che si respira in un gran premio sia meglio che scrivere fiumi di parole. Le emozioni sono sempre fortissime nel tempio della velocità e viverle è un momento che si aspetta per tutto l’anno.
Venerdì mattina, appena entrati dalla porta di ingresso sulla curva di Lesmo il pensiero è subito corso al secolo scorso quando il mio papà nel 1985 mi aveva portato per la prima volta in questo circuito così vicino da casa nostra. Il rumore era molto più assordante di oggi e per me bambino di 4 anni vedere dal vivo Alboreto e la Ferrari, un sogno ad occhi aperti. A distanza di quasi 40anni resta un ricordo così lucido e bello che porterò sempre con me. La passione trasmessa da papà Peppo che continua di anno in anno.
Questo weekend è stato incredibile, un campione come Verstappen che batte il record di vittorie consecutive proprio a Monza, una Ferrari ritrovata che ha fatto esplodere un popolo, sabato con una pole position insperata. Un terzo posto che vale come una vittoria per una comunità di appassionati che fa di un gran premio una grande festa e un momento per ritrovarsi con amici che si vedono in questa occasione.
Abbiamo incontrato i nostri amici messicani del Ferrari club Città del Messico che ogni anno si fanno 10.000km per essere a Monza, i nostri amici di Cork che dall’Irlanda non vedevano l’ora di mangiarsi una pizza e che si sentono italiani tanto quanto noi. Qualche fischio in direzione red bull sul podio non scalfiscono i migliaia di applausi poi tributati a tutti i piloti in pista. Un rimasuglio calcistico che a tanti appassionati come noi non piace e che purtroppo capita solo in Italia. È uno sport pericoloso la Formula 1, i piloti hanno un dispendio di energie clamoroso e un piccolo errore può mettere a rischio la propria incolumità e quella degli altri, non dimentichiamolo. Vanno sempre applauditi qualsiasi macchina guidino.
Questo è il motorsport, una cultura di passione e amore, uno sport che unisce e non divide, uno sport fatto di amore per il rischio e la velocità. La Ferrari poi è il simbolo assoluto di questo sport, invidiato e amato in tutto il mondo. Gli inglesi stessi, che hanno inventato la Formula 1, hanno un senso di rispetto profondo per il cavallino rampante come dimostrato ieri da Horner team principal della Red Bull.
Siamo sempre di più a seguire questo sport e ne siamo orgogliosi, permettetemi un piccolo pensiero, ieri sera mi sono mancati i messaggi di Francesco Bonfanti, Vincenzo De Bernardi e Mario Lodoletti, grandissimi ferraristi che ad ogni gp si facevano sempre sentire e soprattutto dopo Monza volevano un piccolo resoconto. Stamattina, appena sveglio, mi è caduto l’occhio sul telefono e ho letto il messaggio del caro amico Mario che al primo gran premio, al nostro primo articolo dell’anno mi diceva come poteva andare la nostra amata rossa, e ho sperato un po’ di ricevere un suo messaggio.
Un caro saluto a tutti e tre con una grande certezza e orgoglio, ieri dopo il gp è stato battezzato il figlio di nostri amici, Sebastian e abbiamo voluto regalargli la maglia della Ferrari, quel colore rosso gli è subito piaciuto e se l’è stretta al petto, così come la piccola Amalia che ieri con papà Francesco ha visto la sua prima gara e il suo primo podio a neanche un mese dalla sua nascita, la più giovane tesserata ad un Ferrari club. Il mito proseguirà sempre. Grazie papà Peppo per questa passione, grazie al nostro mitico Benji, e soprattutto: Mario, Vincenzo, Francesco sareste stati come noi orgogliosi dei nostri alfieri vestiti di rosso!
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