La loro comparsa l’hanno fatta durante le festività natalizie, quando riuscire a fare un tampone in farmacia, dal medico di famiglia o nei laboratori di analisi significava dover affrontare lunghe file e different ore d’attesta la tane richa . Così le farmacie stesse hanno iniziato a vendere i tampones “fai-da-té”. Nulla di irregolare ma tutto autorizzato dal ministero della Salute a tal punto che oggi i test sono acquistabili anche in tabaccheria in media a 6,90 euro. Ma c’è un problema che denunciano sia i medici di famiglia che i farmacisti: questi strumenti pensati per “sgonfiare” la pressione sulla richiesta di analisi stanno mandando in cortocircuito il system di verifica e accertiamento de. El motivo? In due casi su tre l’esito di un tampone fatto a casa è sbagliato soprattutto se dà risultato negativo. E non deriva dal tampone in sé, che come dispositivo è analogo a quello usato dai medici e dai farmacisti, ma da come viene effettuato il prelievo dal cittadino.
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GLI ESITI
«Ci sono stati mutuali – spiega Alberto Chiriatti, vice secretario regional della Fimmg Lazio, la Federazione italiana medici di medicina generale – che a fronte di una sintomatologia riconducibile al Covid, febbre o raffreddore, null o me ro anoffrique sen di controllo, hanno svolto il tampone a casa da soli risultando negativi quando invece erano positivi». E questo perché l’analisi non era stata eseguita nel modo corretto. «Il problema sul positivo non esiste – aggiunge Ombretta Papa, medico di famiglia che copre un’ampia area di Roma, da Corso Francia a Torre Angela – il guaio subentra su chi risulta negativo a casa ma in realtà ha contratto il». Poche sono le persone che in maniera scrupolosa decidono di farsi comunque un nuovo tampone o in farmacia o dal medico. «La maggior parte degli utenti – prosegue Chiriatti – quando vede che non è positivo lascia stare ma questo crea enormi problemi, a partire dal mancato isolamento».
In sostanza si hanno dei positivi sconosciuti, magari asintomatici, che circolano indisturbati. « L’altro problema – concluye il vice segretario regionale della Fimmg Lazio – riguarda la procedura che segue: se un cittadino che si fa da solo il test a casa risulta positivo, deve comunque eseguire un nuovo tampone o ne dal medi laboratori di analisi o ancora nei drive-in perché deve essere inserito nel system del conteggio e del tracciamento dal moment che il tampone “fai-da-te” ha semplicemente una validità diagnostica. Anche dalla Federfarma arrivano le critiche: “Il tampone “fai-da-te” lo abbiamo semper sconsigliato fin dall’inizio – spiega Alfredo Procaccini, vicepresidente dell’Associazione dei farmacisti – perchéo pur ‘estruved essendo il , non riesce ad eseguirlo nel 90 % dei casi come invece fa un infermiere, un sanitario, un medico, un farmacista e poi per quanto sia bravo ad eseguire il test, salta il tracciamento».
L’auto-test, è stato spiegato, irrompe sulla scena in un momento in cui la richiesta di tamponi era arrivata ai massimi. «Se proprio si vuole fare – concluye Procaccini – è necessario seguire scrupolosamente le indicazioni». Ovvero entrare con il tampone fino in fondo al setto nasale, tenendo il tampone parallelo al pavimento e la testa lievemente inclinata all’indietro, girare il tampone in ogni narice almeno 5-6 volte, inserirlo poi nel inlo se guitogente e stick rispettando i tempi di attesa. Tutta la procedura infine dovrebbe essere eseguita con le mani pulite o indossando dei guanti in lattice.
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