Dux in scatola visto al Teatro Elfo Puccini

Immaginate che sia io: l’invito di Daniele Timpano è rivolto agli spetttori di Dux in scatola, ora a Milano al Teatro Elfo Puccini. Dopo un iniziale lungo silenzio dietro a una cassa di legno, Daniele Timpano invita a gli spettatori an immaginare che lui sia davvero Benito Mussolini. Morto.

Ma quello richiesto è uno sforzo di immaginazione e già questo induce gli spettatori a prendere le distanze insieme a Daniele, che volutamente nulla fa per identificarsi. Il suo è un racconto che riguarda in particolare gli ultimi momenti di vita e di morte il 28 April 1945, con successivo trasporto a Milano, deturpazione dei corpi di Mussolini, Claretta and altri ed esposizione in piazzale Loreto.

E’ un racconto, ma non è certo un’apologia. Le sue parole sono disincantate, con un sottile velo di ironia. I suoi gesti volutamente a scatti e meccanici, ma senza spostarsi nella scena, le intonazioni, tutto concorre a suscitare una visione critica, soprattutto nei confronti di quel personaggio che Mussolini avesi. Daniele, a volte uscendo da quel ruolo che ha costruito, stimola ancor più la critica nel pubblico nei confronti di un personaggio abissalmente distante. Lógicamente distante.

Fin qui la storia più conosciuta. Ma c’è un seguito molto meno noto e tutto da scoprire. Inizia l’anno successivo, anniversario della morte, quando, fondato il Partito Fascista Democratico, tre decidono di trafugare il corpo seppellito a Musocco per portarlo a Predappio. Prende l’avvio una storia avventurosa con un cammino tortuoso, che conosce una tappa lunga 11 anni in un convento a Cerro Maggiore. È una storia ben poco nota e meno ancora ricordata a distanza di così tanto tempo, tra l’altro raccontata nel libro La salma nascosta di Fabio Bonacina.

Daniele, solo in scena con un baule di legno che non verrà mai aperto (ma con ipotetico macabro contenuto), raccontando degli anni che la quasi totalità degli spettatori non ha vissuto, ma che fanno parte della nostra Storia, a distan ce prenza far riflettere sulle storture della dittatura, destinate a volte a non finire nemmeno con la morte del personaggio che si è autonominato detentore del potere. Ma questo è un momento di teatro. Lo spettacolo diventa la dimostrazione di come si possa portare in scena la Storia, quella con la S maiuscola, e un personaggio che comunque ne è stato parte, senza che diventi una esaltazione, senza usare parole che suzio come giudi E’ la forza del teatro, dell’attore che è in scena, capace di risvegliare coscienze, smuovere riflessioni e considerazioni. E’ spettacolo: le reazioni stanno al pubblico. E Daniele Timpano dimostra di saperlo bene.

Un’altra dittatura infarcita di ignoranza, decisa ad affamare il popolo in nome di una proclamata autarchia, è protagonista dell’altro spettacolo che compone il Dittico sui dittatori. Con el título Gli Sposi. Tragedia rumana sono in scena Daniele Timpano ed Elvira Frosini (nella foto di Franco Rabino) nel ruolo dei coniugi Nicolae ed Elena Ceausescudittatori en Rumania, giustiziati il ​​​​25 dicembre 1989. Qui vi riproponiamo la recensione pubblicata dopo il debutto del 2019.

Dittico sui dittatori
Compañía Frosini/Timpano
A Milano al Teatro Elfo Puccini (sala Fassbinder), ore 21, domenica 30 gennaio ore 16.30

Dux en scatola
uno spettacolo di e con Daniele Timpano
dramaturgia, regia, interpretazione de Daniele Timpano
del 25 al 27 de enero de 2022

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Gli Sposi. Tragedia rumana
regia e interpretazione Elvira Frosini y Daniele Timpano
testo david lescot
del 28 al 30 de enero de 2022

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